Povera Vivian, come ti hanno trattato male!



Vivian Maier non si discute, ma, spiace dirlo, la mostra di Stupinigi sì.

Qui non si tratta del solito caso de "mentre il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito".
Qui la forma è sostanza. E qui la forma devasta la mostra. E le foto stesse.
Abbiamo a che fare con una classica mostra da cassetta: richiamo del nome, bella location, peraltro scomoda per molti non automuniti, e comunque nei locali delle cucine della palazzina di Stupinigi. Ma .....

Ci troviamo poi di fronte a solo 105 (se non ho contato male) foto di buona selezione nell'immenso archivio della Maier, stampate decorosamente, ma in larga parte inserite in banalissime ed economicissime cornici Ikea (sic!), senza passpartout, o, peggio ancora, utilizzando il passpartout Ikea senza curarsi del formato e quindi con la stampa incollata a vista.    
Le foto qui allegate sono dimostrazione di quanto scrivo.

Un'ampia parte delle foto è in questa condizione, ed è la prima volta che mi capita di vedere una mostra di tale richiamo allestita in questo modo, al risparmio, senza valorizzazione dell’opera mostrata e rispetto dell’osservatore pagante.



Per non parlare dell'illuminazione. Rende le foto inguardabili. Riflessi a non finire! 
Ho visitato la mostra in un giorno di sole, intorno alle 14-14,30. Il sole dalle finestre alte batte sulle cornici col plexiglass ovviamente non antiriflesso ikea, e la forte luce sulle stampe non consente una visione adeguata della foto.


L’illuminazione addizionale, posta qua e là sopra le foto, per le ore senza luce diurna, aumenta il disastro, rendendo praticamente illeggibili le immagini.
Una solerte empatica addetta prova ad aggiustare le lampade, a direzionarle, ma è impresa senza possibilità di riuscita.
Tra tutte le stampe, ve ne sono poi di più piccolo formato esposte in altre cornicette appoggiate
sui ripiani in muratura delle cucine e da cui tenersi a distanza a causa di nastri d’ordine apposta per non avvicinarsi: impossibile visionare con cura. 
All'inizio, o al termine, un interessante video, forse troppo lungo (circa un’ora), ma in saletta non separata dall’ingresso, perciò rumorosa con relative difficoltà ad ascoltare l’audio, e con il proiettore collocato in posizione laterale bassa con frequente disturbo visivo da parte dei visitatori che si siedono e si alzano.
105 stampe, in queste condizioni, per 12 euro.
Come andare a pranzo da Cannavacciuolo e vedersi serviti in piatti di plastica.
Fate voi.
Mostra al limite della sufficienza, certo non memorabile.
Si poteva fare molto meglio. L’impressione piuttosto forte invece è che si sia puntato al risparmio versus un buon incasso, dato dal nome della Maier. 
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si piglia.
Consiglio: compratevi un bel libro sulla Maier ! :))

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